Agli Amici Donatori
sono numerosissime le richieste di informazioni che ci pervengono in merito a come comportarsi con la donazione di sangue in questi giorni di contagio del Coronavirus.
A tale proposito, ricordandovi che le consuete richieste di sangue non si sono bloccate per la presenza del virus, riteniamo utile portare alla Vostra conoscenza le direttive pervenuteci da Areu e da Avis Provinciale.
Iniziamo con i passaggi più significativi della informativa inviata dalla Dott.sa Rosa Chianese di Areu ad Avis Provinciale:
Gentilissimo Presidente,
si inoltra la nota appena trasmessa ai Servizi Trasfusionali in cui vi è l’indicazione a non sospendere la donazione
Si confida nella preziosa collaborazione dell’Associazione nell’adottare le misure organizzative più appropriate per evitare situazioni di sovraffollamento nelle aree di attesa prima della donazione, che possono scoraggiare i donatori nel recarsi a donare.
Si chiede inoltre di continuare nell’importante azione di sensibilizzazione dei donatori in merito all’autoesclusione nel caso il donatore accusi una sintomatologia di tipo influenzale o nel caso sia entrato in contatto diretto con soggetti confermati o con sintomatologia sospetta e all’informazione post-donazione nei 14 giorni successivi alla donazione in caso di comparsa di sintomi compatibili con COVID-19 o diagnosi accertata.
Vi chiediamo pertanto di voler sensibilizzare i donatori per mezzo delle Avis Comunali, di non sospendere le attività di raccolta, ma, altresì, di organizzarle al meglio, utilizzando ancor più il sistema della prenotazione.
e continuiamo con il comunicato stampa di Avis Regionale Lombardia
Avis Regionale Lombardia, alla luce del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha rafforzato le misure di contenimento, tranquillizza e invita i donatori a continuare a donare.
“Andiamo a donare senza paura. Il coronavirus non è un pericolo per chi decide di donare sangue o riceverlo”. Il presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi, raccomanda ai donatori di non sospendere le donazioni ma di continuare a donare con la massima diligenza, responsabilità e senso civico.
I donatori devono comportarsi come sempre, seguendo il fondamentale criterio dell’autosospensione in caso di sintomi da raffreddamento e febbre o altri sintomi simili.
Si dona il sangue solo quando si è in buona salute.
Inoltre è opportuno avere la sensibilità di comunicare alla struttura trasfusionale se tali sintomi sono comparsi nei 15 giorni dopo la donazione.
A scopo puramente prudenziale sono sospese temporaneamente le donazioni dei residenti nei comuni della zona rossa.
Non sono state documentate trasmissioni di virus mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale ma in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state rafforzate le misure di sorveglianza anamnestica sul donatore di sangue.
I criteri di esclusione dalla donazione aggiunti sono:
- soggiorno in area interessata nei 28 giorni precedenti, soprattutto se vi sono stati contatti personali con soggetti confermati o potenzialmente infetti, specie se con sintomi simil influenzali, ma anche in fase ancora asintomatica;
- presenza di sintomatologia simil influenzale. I sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie.
Il periodo di incubazione è attualmente stimato in 14 gg. E’ competenza e responsabilità del medico l’ammissione o meno alla donazione.
Il sistema sangue italiano è sicuro e non teme il Coronavirus
Il Direttore Sanitario di Avis Regionale precisa:
Premesso che i donatori residenti in area rossa non devono donare fino a nuova comunicazione, non sono idonei alla donazione anche i soggetti che abbiano avuto un contatto ravvicinato e protratto con soggetti che hanno sviluppato sintomatologia o comunque risultati positivi.
Per contatto ravvicinato e protratto si intende ad esempio aver condiviso negli ultimi 28 giorni ambienti di vita, di lavoro, di trasporto e aver avuto relazione diretta con il soggetto poi risultato positivo, avergli parlato o assistito senza mezzi di protezione individuale o aver utilizzato oggetti o materiali potenzialmente contaminati dalla sue secrezioni.
Al di fuori di questi casi, non si ritiene che vi sia reale rischio di infezione.
Vi lasciamo anche un fascicolo sui 10 comportamenti da seguire offerto dal ministero della salute!